Programma

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Aggiungi il programma di hackmeeting nel tuo calendario.

Il programma è soggetto a variazioni continue: vieni ad hackmeeting e vivitelo!

Fatti coraggio, proponi il tuo contenuto in mailing list: crea un nuovo thread dedicato alla tua proposta. Nel subject inserisci [TALK] (ad esempio [TALK] come sbucciare le mele con un cluster di GPU) così che sia facile ritrovarlo per chi è interessato.

giovedì 30 maggio 2019

Bistrot Sala concerti Bin/Art
1100 Bin/Art, la mostra
1130
1200
1230
1300
1330
1400
1430
1500
1530
1600
1630
1700 Bin/Art, la mostra
1730
1800
1830
1900 Assemblea di apertura del giovedì
1930
2000 Aperitivo/Concerto di apertura hackit 2019
2030
2100
2130
2200 Bin/Art, la mostra
2230
2300
2330
2400

venerdì 31 maggio 2019

Bistrot Sala biliardo Sala concerti Bin/Art
1030 Assemblea logistica del venerdì
1100 Bin/Art, la mostra
1130 Tavola rotonda di trasmissioni radiofoniche a tema acaro
1200
1230
1300 Pranzo
1330
1400
1430
1500 Workshop di sintesi audio Corso base di GNU/Linux Analisi dei binari e reversing senza pretese
1530
1600
1630 Gestione di un server casalingo
1700 Membrane computing Tavola rotonda sul Fediverso Bin/Art, la mostra
1730 Un server di chat autogestito con XMPP
1800 Che aria tira
1830 LibreRouter, il router delle reti autogestite ABCD: Analysis by chained daemons
1900
1930
2000 Cena
2030
2100
2130
2200 Retro commodore computing Bin/Art, la mostra
2230
2300
2330
2400 Ten minutes
2430
2500
2530

sabato 1 giugno 2019

Bistrot Sala biliardo Sala concerti Bin/Art
1000 Assemblea logistica del sabato
1030
1100 Autodifesa digitale: parte 1 Basic Buffer Overflow Bin/Art, la mostra
1130
1200 Retroshare JSON API, la cura definitiva per la C++fobia
1230
1300 Pranzo
1330
1400
1430
1500 Autodifesa digitale: parte 2 Presentazione di Le radici dell'hacktivism in italia 1969-1989 Spiking neural networks, computazione e Intel
1530
1600
1630 Vulneralità webbose senza pretese
1700 Gancio, uno strumento di condivisione di eventi radicali Bin/Art, la mostra
1730 MJOY, da Joystick a Midi
1800 Tomb ovvero come tenere al sicuro gli scheletri nell'armadio Maaa-sto-don? Confronto tecnico
1830
1900
1930
2000 Cena
2030
2100
2130
2200 Da dove viene quello che mangiamo: la filiera alimentare 4 dummies Hostare wordpress, accordi tecnosociali consensuali Reversing: la soluzione allo sfortunato ctf del 2016 Bin/Art, la mostra
2230
2300
2330
2400

domenica 2 giugno 2019

Sala concerti
1100 Assemblea di chiusura
1130
1200
1230
1300

Bin/Art, la mostra

giovedì - 11:00 (2h) Stanza Bin/Art

Nato per risolvere problemi numerici, il calcolatore elettronico ha fedelmente servito e progressivamente alimentato l’ideologia di una società in cui tutto è quantificabile. Rapporti sociali, economici - si potrebbe dire le nostre stesse vite - vengono misurati da una fitta rete di sensori, digitalizzati, organizzati, analizzati, elaborati da sofisticati software, trasformati in nuovi oggetti numerici che vengono trasferiti, importati e riprocessati in una continua, muta dialettica di ingressi e uscite. Ma fin dall’inizio della nuova era digitale, un impalpabile vento di futilità ha iniziato a serpeggiare tra i circuiti dei primi cervelli elettronici. All’inizio sembrava quasi una cosa innocente, un gioco. Lo stesso Alan Turing, padre dell’informatica teorica e creatore del primo calcolatore digitale elettronico programmabile, si dilettò ad esplorare le potenzialità di questa nuova macchina come strumento musicale. Nel 1951, il suo gigantesco computer emise i primi sgraziati suoni articolati. Poco dopo, e dappertutto, iniziò ad essere esplorata coscientemente la possibilità di inserire e di gestire all’interno della macchina elementi esterni, logiche oblique, quantità imponderabili, algoritmi onirici. In una parola, il caos. Nella sempre più compiuta simbiosi uomo-macchina della modernità, lo spazio interiore dell’uomo è stato colonizzato (anche) dall’algida logica binaria del calcolatore elettronico; al tempo stesso il più umano degli elementi, l’arte, ha invaso lo spazio digitale, mutando costantemente la natura dell’ordinateur. La mostra “bin/art” ripercorre la storia dell’arte digitale, presentando i lavori di alcuni pionieri della “Computer Art” in una retrospettiva che parte dai primissimi esperimenti degli anni ‘60, attraversa la rivoluzione dell’home computing degli anni ‘80, per approdare (quasi) al nostro tempo. Tutte le opere sono a disposizione dei visitatori funzionanti, su sistemi e supporti d’epoca oppure, nei pochi casi in cui questo non è stato possibile, in una loro reinterpretazione attualizzata.

A cura di bin/art

Link utili:

Bin/Art, la mostra

giovedì - 17:00 (3h) Stanza Bin/Art

Nato per risolvere problemi numerici, il calcolatore elettronico ha fedelmente servito e progressivamente alimentato l’ideologia di una società in cui tutto è quantificabile. Rapporti sociali, economici - si potrebbe dire le nostre stesse vite - vengono misurati da una fitta rete di sensori, digitalizzati, organizzati, analizzati, elaborati da sofisticati software, trasformati in nuovi oggetti numerici che vengono trasferiti, importati e riprocessati in una continua, muta dialettica di ingressi e uscite. Ma fin dall’inizio della nuova era digitale, un impalpabile vento di futilità ha iniziato a serpeggiare tra i circuiti dei primi cervelli elettronici. All’inizio sembrava quasi una cosa innocente, un gioco. Lo stesso Alan Turing, padre dell’informatica teorica e creatore del primo calcolatore digitale elettronico programmabile, si dilettò ad esplorare le potenzialità di questa nuova macchina come strumento musicale. Nel 1951, il suo gigantesco computer emise i primi sgraziati suoni articolati. Poco dopo, e dappertutto, iniziò ad essere esplorata coscientemente la possibilità di inserire e di gestire all’interno della macchina elementi esterni, logiche oblique, quantità imponderabili, algoritmi onirici. In una parola, il caos. Nella sempre più compiuta simbiosi uomo-macchina della modernità, lo spazio interiore dell’uomo è stato colonizzato (anche) dall’algida logica binaria del calcolatore elettronico; al tempo stesso il più umano degli elementi, l’arte, ha invaso lo spazio digitale, mutando costantemente la natura dell’ordinateur. La mostra “bin/art” ripercorre la storia dell’arte digitale, presentando i lavori di alcuni pionieri della “Computer Art” in una retrospettiva che parte dai primissimi esperimenti degli anni ‘60, attraversa la rivoluzione dell’home computing degli anni ‘80, per approdare (quasi) al nostro tempo. Tutte le opere sono a disposizione dei visitatori funzionanti, su sistemi e supporti d’epoca oppure, nei pochi casi in cui questo non è stato possibile, in una loro reinterpretazione attualizzata.

A cura di bin/art

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Assemblea di apertura del giovedì

giovedì - 19:00 (1h) Stanza Sala concerti

Per coordinare/convidere gli sbattimenti e iniziare bene hackmeeting

Aperitivo/Concerto di apertura hackit 2019

giovedì - 20:00 (4h) Stanza Bistrot

Aperitivo/Concerto di apertura hackit 2019 con le Sorelle Trapasso Project

A cura di la cucina, la musica

Bin/Art, la mostra

giovedì - 22:00 (2h) Stanza Bin/Art

Nato per risolvere problemi numerici, il calcolatore elettronico ha fedelmente servito e progressivamente alimentato l’ideologia di una società in cui tutto è quantificabile. Rapporti sociali, economici - si potrebbe dire le nostre stesse vite - vengono misurati da una fitta rete di sensori, digitalizzati, organizzati, analizzati, elaborati da sofisticati software, trasformati in nuovi oggetti numerici che vengono trasferiti, importati e riprocessati in una continua, muta dialettica di ingressi e uscite. Ma fin dall’inizio della nuova era digitale, un impalpabile vento di futilità ha iniziato a serpeggiare tra i circuiti dei primi cervelli elettronici. All’inizio sembrava quasi una cosa innocente, un gioco. Lo stesso Alan Turing, padre dell’informatica teorica e creatore del primo calcolatore digitale elettronico programmabile, si dilettò ad esplorare le potenzialità di questa nuova macchina come strumento musicale. Nel 1951, il suo gigantesco computer emise i primi sgraziati suoni articolati. Poco dopo, e dappertutto, iniziò ad essere esplorata coscientemente la possibilità di inserire e di gestire all’interno della macchina elementi esterni, logiche oblique, quantità imponderabili, algoritmi onirici. In una parola, il caos. Nella sempre più compiuta simbiosi uomo-macchina della modernità, lo spazio interiore dell’uomo è stato colonizzato (anche) dall’algida logica binaria del calcolatore elettronico; al tempo stesso il più umano degli elementi, l’arte, ha invaso lo spazio digitale, mutando costantemente la natura dell’ordinateur. La mostra “bin/art” ripercorre la storia dell’arte digitale, presentando i lavori di alcuni pionieri della “Computer Art” in una retrospettiva che parte dai primissimi esperimenti degli anni ‘60, attraversa la rivoluzione dell’home computing degli anni ‘80, per approdare (quasi) al nostro tempo. Tutte le opere sono a disposizione dei visitatori funzionanti, su sistemi e supporti d’epoca oppure, nei pochi casi in cui questo non è stato possibile, in una loro reinterpretazione attualizzata.

A cura di bin/art

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Assemblea logistica del venerdì

venerdì - 10:30 (1h) Stanza Sala concerti

Per coordinare/convidere gli sbattimenti e iniziare bene la giornata

Bin/Art, la mostra

venerdì - 11:00 (2h) Stanza Bin/Art

Nato per risolvere problemi numerici, il calcolatore elettronico ha fedelmente servito e progressivamente alimentato l’ideologia di una società in cui tutto è quantificabile. Rapporti sociali, economici - si potrebbe dire le nostre stesse vite - vengono misurati da una fitta rete di sensori, digitalizzati, organizzati, analizzati, elaborati da sofisticati software, trasformati in nuovi oggetti numerici che vengono trasferiti, importati e riprocessati in una continua, muta dialettica di ingressi e uscite. Ma fin dall’inizio della nuova era digitale, un impalpabile vento di futilità ha iniziato a serpeggiare tra i circuiti dei primi cervelli elettronici. All’inizio sembrava quasi una cosa innocente, un gioco. Lo stesso Alan Turing, padre dell’informatica teorica e creatore del primo calcolatore digitale elettronico programmabile, si dilettò ad esplorare le potenzialità di questa nuova macchina come strumento musicale. Nel 1951, il suo gigantesco computer emise i primi sgraziati suoni articolati. Poco dopo, e dappertutto, iniziò ad essere esplorata coscientemente la possibilità di inserire e di gestire all’interno della macchina elementi esterni, logiche oblique, quantità imponderabili, algoritmi onirici. In una parola, il caos. Nella sempre più compiuta simbiosi uomo-macchina della modernità, lo spazio interiore dell’uomo è stato colonizzato (anche) dall’algida logica binaria del calcolatore elettronico; al tempo stesso il più umano degli elementi, l’arte, ha invaso lo spazio digitale, mutando costantemente la natura dell’ordinateur. La mostra “bin/art” ripercorre la storia dell’arte digitale, presentando i lavori di alcuni pionieri della “Computer Art” in una retrospettiva che parte dai primissimi esperimenti degli anni ‘60, attraversa la rivoluzione dell’home computing degli anni ‘80, per approdare (quasi) al nostro tempo. Tutte le opere sono a disposizione dei visitatori funzionanti, su sistemi e supporti d’epoca oppure, nei pochi casi in cui questo non è stato possibile, in una loro reinterpretazione attualizzata.

A cura di bin/art

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Tavola rotonda di trasmissioni radiofoniche a tema acaro

venerdì - 11:30 (1h30m) Stanza Sala biliardo

Attraverso il nostro etere si sono moltiplicate le libere frequenze che ospitano trasmissioni di approfondimento e critica alle tecnologie. Noi su Radio Blackout siamo gli ultimi arrivati con la nostra stakkastakka, e proprio su questo entusiasmo vorrei fare una proposta per questo hackmeeting. Una bella tavola rotonda tra chi sta facendo o ha fatto esperienze di questo tipo per ragionare insieme su cosa queste avventure ci hanno lasciato e dove ci stanno portando. L’idea viene anche dal fatto che le trasmissioni sono molto diverse tra loro sia per format che per tempistiche e mi piacerebbe poter confrontare queste differenze.

A cura di bic, boyska, zeyev

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Pranzo

venerdì - 13:00 (2h) Stanza *

Pranzo

A cura di la cucina

Workshop di sintesi audio

venerdì - 15:00 (2h) Stanza Bistrot

Il workshop sarà tenuto in inglese!

Le basi della sintesi audio; costruiamo dei trautonium / light-theremin / sintetizzatori / ecc. Potete vedere un prototipo su https://groente.puscii.nl/noisebox.webm

Nel workshop non si useranno dei PCB fatti apposta, facciamo tutto su basetta mille fori, così si può sperimentare e variare.

A cura di groente

Corso base di GNU/Linux

venerdì - 15:00 (1h30m) Stanza Sala biliardo

Corso base di GNU/Linux, con riferimenti all’igiene digitale e alla geopolitica del software.

A cura di dan, crudo, unit hacklab

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Analisi dei binari e reversing senza pretese

venerdì - 15:00 (2h) Stanza Sala concerti

Il flusso del codice, dal sorgente all’eseguibile

Veloce intro mirata ai formati elf e pe

Analizzare i binari (tool e librerie utili)

Intro ragionata ai costruitti in assembly per non perdersi nel codice

I limiti dell’analisi statica, strumenti per l’analisi dinamica

A cura di ginox

Gestione di un server casalingo

venerdì - 16:30 (1h) Stanza Sala biliardo

A partire dall’esperienza delle BBs degli anni ‘90 ho avuto sempre l’interesse a gestire autonomamente per quanto possibile i servizi di comunicazione.

Questa presentazione racconterà questa mia esperienza in qualità di non-tecnico di gestione di un computer casalingo che offre a poche persone una serie di servizi come email, condivisione file, rubriche e calendari, server jabber e altro.

Lo scopo della presentazione non sarà quello di dettagliare la gestione dei suddetti servizi, dettaglio che spesso fra l’altro neanche conosco, quanto quello di mostrare quali siano lo sforzo necessario, i pro e i contro di questa attività.

Alla fine della presentazione illustrerò brevemente alcuni progetti molto più organici che cercano di semplificare quest’idea come yunohost, freedombox e alcuni altri.

A cura di giovanna

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Bin/Art, la mostra

venerdì - 17:00 (3h) Stanza Bin/Art

Nato per risolvere problemi numerici, il calcolatore elettronico ha fedelmente servito e progressivamente alimentato l’ideologia di una società in cui tutto è quantificabile. Rapporti sociali, economici - si potrebbe dire le nostre stesse vite - vengono misurati da una fitta rete di sensori, digitalizzati, organizzati, analizzati, elaborati da sofisticati software, trasformati in nuovi oggetti numerici che vengono trasferiti, importati e riprocessati in una continua, muta dialettica di ingressi e uscite. Ma fin dall’inizio della nuova era digitale, un impalpabile vento di futilità ha iniziato a serpeggiare tra i circuiti dei primi cervelli elettronici. All’inizio sembrava quasi una cosa innocente, un gioco. Lo stesso Alan Turing, padre dell’informatica teorica e creatore del primo calcolatore digitale elettronico programmabile, si dilettò ad esplorare le potenzialità di questa nuova macchina come strumento musicale. Nel 1951, il suo gigantesco computer emise i primi sgraziati suoni articolati. Poco dopo, e dappertutto, iniziò ad essere esplorata coscientemente la possibilità di inserire e di gestire all’interno della macchina elementi esterni, logiche oblique, quantità imponderabili, algoritmi onirici. In una parola, il caos. Nella sempre più compiuta simbiosi uomo-macchina della modernità, lo spazio interiore dell’uomo è stato colonizzato (anche) dall’algida logica binaria del calcolatore elettronico; al tempo stesso il più umano degli elementi, l’arte, ha invaso lo spazio digitale, mutando costantemente la natura dell’ordinateur. La mostra “bin/art” ripercorre la storia dell’arte digitale, presentando i lavori di alcuni pionieri della “Computer Art” in una retrospettiva che parte dai primissimi esperimenti degli anni ‘60, attraversa la rivoluzione dell’home computing degli anni ‘80, per approdare (quasi) al nostro tempo. Tutte le opere sono a disposizione dei visitatori funzionanti, su sistemi e supporti d’epoca oppure, nei pochi casi in cui questo non è stato possibile, in una loro reinterpretazione attualizzata.

A cura di bin/art

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Membrane computing

venerdì - 17:00 (1h30m) Stanza Bistrot

I calcolatori a membrana sono un modello di macchina ispirato ad alcuni comportamenti delle cellule. Alcuni di questi modelli computazionali sono in grado di risolvere in tempo polinomiale problemi appartenenti a classi computazionali che non possono essere risolti in tempo polinomiale da Macchine di Turing deterministiche (a meno che P=NP). Sara` mostrato come sia possibile risolvere problemi appartenenti alle classi NP, Co-NP e #P. Verranno presentati alcuni esempi di risolutori del problema SAT e ad altri esempi risolutori di problemi ad esso legati.

A cura di nctli

Tavola rotonda sul Fediverso

venerdì - 17:00 (1h30m) Stanza Sala concerti

Confronto e tavola rotonda su come utilizziamo il fediverso

Discussione di chi usa mastodon, suggerimenti nuove feature, analisi e potenzialita’ e di quello che e’ il fediverso italiano e cosa puo’ diventare Riflessione sul uso dei contenuti e sull’utilita’ che cosa vorremmo far diventare questi spazio online autogestiti

A cura di samba

Un server di chat autogestito con XMPP

venerdì - 17:30 (45m) Stanza Sala biliardo

XMPP (anche noto come Jabber) è un protocollo di chat autogestito. Esiste da 20 anni e si è saputo adattare ai cambiamenti della tecnologia in questo periodo. È federato, è supportato da molti server e client free software e tutto il resto. In questo seminario spiegherò brevemente come funziona, ma soprattutto come facciamo a gestire un nostro server XMPP.

Servono un minimo di conoscenze di linux/unix, non essere troppo spaventati da terminali e file di configurazione.

Il seminario cercherà di avere un approccio pratico (devi fare questo, e quello, questa opzione è importante, occhio a questa cosa qui…), d’altronde xmpp nella sua semplicità è abbastanza “articolato” e richiede un minimo di conoscenza di record DNS, certificati SSL, porte TCP.

Alcuni passaggi richiedono un minimo di conoscenza di HTTP, almeno abbastanza da sapere cos’è un “virtualhost” (nel gergo di apache, o insomma l’header Host: o come lo volete chiamare).

Dato che la cosa vuole essere più divulgativa possibile, cercherò di fare un crescendo: all’inizio una roba minimale per fare il server jabber più scemo del mondo ed essere abbastanza felici.

Man mano aggiungo pezzi: i nomi DNS, i component (MUC soprattutto), il component per fare upload http. Così se ad un certo punto vi sembra troppo almeno qualcosa ve lo siete portati a casa.

Ignorerò BOSH, le websocket, la condivisione della porta 443 con altri server perché non c’è tempo.

A cura di boyska

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Che aria tira

venerdì - 18:00 (2h) Stanza Sala biliardo

Il progetto open CheAriaTira.it propone un workshop per la costruzione e l’installazione di centraline per il rilevamento dei particolati atmosferici (inquinanti) pm 2.5 e 10.

Da Settembre 2018 il Next Emerson ospita generosamente la nostra area di taratura delle centraline auto-costruite per il rilevamento di alcuni inquinanti atmosferici (pm 2.5 e 10).

Nel pomeriggio di Venerdi’ 31 maggio 2019 (dalle ore 18:00) avra’ inizio un workshop durante il quale - si spiegheranno le caratteristiche ‘open’ del progetto CHE ARIA TIRA; - si fara’ una visita guidata all’area di taratura spiegando come funziona il processo di allineamento delle centraline a misurazioni consolidate; - si guidera’ il montaggio di una dozzina di centraline prendendo dimestichezza con alcuni principi base dell’hardware Raspberry e dell’Internet delle Cose; - si installera’ infine una centralina all’esterno ma nei dintorni del Next Emerson per capire CHE ARIA TIRA anche al Next Emerson (brr…) con diffusione dati in diretta su schermo; - inviteremo la comunita’ hacktivist italiana a rendere maggiormente sicuro il progetto.

Inoltre durante le giornate seguenti dell’hackmeeting (sabato e domenica) ci sara’ un ‘Open Air hack corner’ nel quale chiunque a qualsiasi ora (quasi ;) potra’ - imparare a costruire dei pericolosissimi strumenti digitali per hackerare l’inquinamento e scoprire i veri numeri della qualità dell’aria delle nostre città; - sbirciare su apposito schermo i dati dell’aria nella zona hackmeeting.

Sono richieste abilità e conoscenze di base tipo saper avvitare qualche vite ed essere disposti a mettere in gioco la propria capacita’ d’ingegno ;-)

A cura di che aria tira

LibreRouter, il router delle reti autogestite

venerdì - 18:30 (1h30m) Stanza Bistrot

LibreRouter e’ un router open hardware pensato e realizzato per sopperire alle necessita’ delle reti autogestite, in primis quelle del Sud Globale. Gia’ qualche anno fa’ Altermundi.net, forte dell’esperienza LibreMesh e decisa a superare le limitazioni imposte praticamente in tutto il mondo dall’FCC (Agenzia statale USA) e dai provveditori di hardware commerciali, ha intrapreso quest’avventura per conquistare un pezzo di autonomia in piu’. Siamo stati quattranni a saldare LED? It smells like chicken? Ci sono venuti gli occhi a mandorla? Ma soprattutto je l’abbiamo fatta?

A cura di g10h4ck

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ABCD: Analysis by chained daemons

venerdì - 18:30 (1h30m) Stanza Sala concerti

Nell’acqua di mare e’ presente una piccola quantita’ di oro; se paragoniamo miriadi di righe di syslog all’acqua di mare ABCD esegue l’equivalente della separazione dell’oro. rapidamente.

Prese a caso circa 22M di righe di syslog (proxy navigazione) e sottopostele ad una sequenza di “awk”, “grep” e “sort” risultano evidenti, nell’elenco restante, 2 dominii fastflux. il che implica il fallimento e/o inadeguatezza delle contromisure aziendali relativamente a tale aspetto; questa informazione vale oro, SE TEMPESTIVA.

ma

i migliori algoritmi esistenti richiedono molti secondi di calcoli/attese per ciascuna analisi, il che e’ in diretto contrasto con la necessaria tempestivita’ nell’avere l’informazione (senza la quale, per noi, l’oro decade in piombo; sapere che 2 giorni addietro il pc di un consulente ha contattato un fastflux che ora nemmeno esiste piu’ serve davvero a poco)

quindi verranno presentati i passi intrapresi ed il risultato fin qui ottenuto in quanto a : - implementazione di un sistema che, nel suo complesso, sia scalabile almeno fino a 100K syslog/sec - scrittura di codice C che faccia un uso non banale dei socket (a fa’ “hello world” so bboni tutti……) - ideazione, implementazione (ed abuso) di un protocollo di comunicazione tra i vari demoni che eseguono il compito complessivo - integrazione con sistemi, protocolli e tools esistenti (syslog, bind, rdap, nmap, telnet)

N.B.: non essendo possibile replicare in loco la situazione reale verranno mostrati solo dati registrati ed anonimizzati.

A cura di $switch

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Cena

venerdì - 20:00 (2h) Stanza *

Cena

A cura di la cucina

Bin/Art, la mostra

venerdì - 22:00 (2h) Stanza Bin/Art

Nato per risolvere problemi numerici, il calcolatore elettronico ha fedelmente servito e progressivamente alimentato l’ideologia di una società in cui tutto è quantificabile. Rapporti sociali, economici - si potrebbe dire le nostre stesse vite - vengono misurati da una fitta rete di sensori, digitalizzati, organizzati, analizzati, elaborati da sofisticati software, trasformati in nuovi oggetti numerici che vengono trasferiti, importati e riprocessati in una continua, muta dialettica di ingressi e uscite. Ma fin dall’inizio della nuova era digitale, un impalpabile vento di futilità ha iniziato a serpeggiare tra i circuiti dei primi cervelli elettronici. All’inizio sembrava quasi una cosa innocente, un gioco. Lo stesso Alan Turing, padre dell’informatica teorica e creatore del primo calcolatore digitale elettronico programmabile, si dilettò ad esplorare le potenzialità di questa nuova macchina come strumento musicale. Nel 1951, il suo gigantesco computer emise i primi sgraziati suoni articolati. Poco dopo, e dappertutto, iniziò ad essere esplorata coscientemente la possibilità di inserire e di gestire all’interno della macchina elementi esterni, logiche oblique, quantità imponderabili, algoritmi onirici. In una parola, il caos. Nella sempre più compiuta simbiosi uomo-macchina della modernità, lo spazio interiore dell’uomo è stato colonizzato (anche) dall’algida logica binaria del calcolatore elettronico; al tempo stesso il più umano degli elementi, l’arte, ha invaso lo spazio digitale, mutando costantemente la natura dell’ordinateur. La mostra “bin/art” ripercorre la storia dell’arte digitale, presentando i lavori di alcuni pionieri della “Computer Art” in una retrospettiva che parte dai primissimi esperimenti degli anni ‘60, attraversa la rivoluzione dell’home computing degli anni ‘80, per approdare (quasi) al nostro tempo. Tutte le opere sono a disposizione dei visitatori funzionanti, su sistemi e supporti d’epoca oppure, nei pochi casi in cui questo non è stato possibile, in una loro reinterpretazione attualizzata.

A cura di bin/art

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Retro commodore computing

venerdì - 22:00 (1h30m) Stanza Bistrot

Questa invece è una proposta per un talk dove vi faro’ vedere che è possibile usare ancora il Commodore 64 nel 2019.

Se c’è interesse, ovviamente. L’idea è fare vedere come è possibile far funzionare ancora hardware vecchio di 30+ anni fa. Durata 1:30.

Spieghero’ che modelli cercare, quali sono i problemi hardware piu’ comuni e poi si potra’ mettere mano ad un po’ di C64 (https://it.wikipedia.org/wiki/Commodore_64) funzionanti che portero’ per l’occasione.

A cura di lobo

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Ten minutes

venerdì - 00:00 (1h30m) Stanza Sala concerti

In sala concerti

10 minuti o poco di piu’ per raccontare qualcosa di interessante. E’ bello se scrivi in lista quale sara’ l’oggetto del tuo intervento e il giorno, per regolarsi meglio, ma in generale puoi anche aggiungerti all’ultimo. Un moderatore si incarichera’ di gestire la questione tempo e eventuali domande e cacciarti in malo modo se ti riveli una persona piu’ logorroica del necessario.

Assemblea logistica del sabato

sabato - 10:00 (1h) Stanza Sala concerti

Per coordinare/convidere gli sbattimenti e iniziare bene la giornata

Bin/Art, la mostra

sabato - 11:00 (2h) Stanza Bin/Art

Nato per risolvere problemi numerici, il calcolatore elettronico ha fedelmente servito e progressivamente alimentato l’ideologia di una società in cui tutto è quantificabile. Rapporti sociali, economici - si potrebbe dire le nostre stesse vite - vengono misurati da una fitta rete di sensori, digitalizzati, organizzati, analizzati, elaborati da sofisticati software, trasformati in nuovi oggetti numerici che vengono trasferiti, importati e riprocessati in una continua, muta dialettica di ingressi e uscite. Ma fin dall’inizio della nuova era digitale, un impalpabile vento di futilità ha iniziato a serpeggiare tra i circuiti dei primi cervelli elettronici. All’inizio sembrava quasi una cosa innocente, un gioco. Lo stesso Alan Turing, padre dell’informatica teorica e creatore del primo calcolatore digitale elettronico programmabile, si dilettò ad esplorare le potenzialità di questa nuova macchina come strumento musicale. Nel 1951, il suo gigantesco computer emise i primi sgraziati suoni articolati. Poco dopo, e dappertutto, iniziò ad essere esplorata coscientemente la possibilità di inserire e di gestire all’interno della macchina elementi esterni, logiche oblique, quantità imponderabili, algoritmi onirici. In una parola, il caos. Nella sempre più compiuta simbiosi uomo-macchina della modernità, lo spazio interiore dell’uomo è stato colonizzato (anche) dall’algida logica binaria del calcolatore elettronico; al tempo stesso il più umano degli elementi, l’arte, ha invaso lo spazio digitale, mutando costantemente la natura dell’ordinateur. La mostra “bin/art” ripercorre la storia dell’arte digitale, presentando i lavori di alcuni pionieri della “Computer Art” in una retrospettiva che parte dai primissimi esperimenti degli anni ‘60, attraversa la rivoluzione dell’home computing degli anni ‘80, per approdare (quasi) al nostro tempo. Tutte le opere sono a disposizione dei visitatori funzionanti, su sistemi e supporti d’epoca oppure, nei pochi casi in cui questo non è stato possibile, in una loro reinterpretazione attualizzata.

A cura di bin/art

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Autodifesa digitale: parte 1

sabato - 11:00 (2h) Stanza Bistrot

Installazione di una macchina con un pensiero all’autodifesa digitale.

Accesso fisico: cifratura del disco, password manager, uso corretto delle periferiche.

Rimuovere i metadati indesiderati con MAT. Anonimizzare foto/video con obscuracam.

A cura di dan, lesion, koba, marco calamari

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Basic Buffer Overflow

sabato - 11:00 (1h30m) Stanza Sala biliardo

Guida passo-passo: dal fuzzing al’exploit con Python e Immunity Debugger

A cura di bolo

Retroshare JSON API, la cura definitiva per la C++fobia

sabato - 12:15 (45m) Stanza Sala concerti

Avevi un sacco di voglia di programmare una app decentralizzata basata sulla fiducia tra compagni per te e il tuo collettivo ma l’idea di doverlo fare in C++ ti faceva piangere come il busto di Lenin a Cavriago?

Con la nuova API JSON di RetroShare generata automaticamente potrai farlo nel linguaggio che piu’ ti piace, e metterti al riparo da nullpointer, segmentation fault, e tutto quello che non ti piace di C++ senza rinunciare ad avere una API aggiornata all’ultimo grido.

Nel talk tentero’ di includere una breve introduzione alla JSON API, guida a come esplorare la documentazione Doxygen in linea, la mostra di alcuni esempi e casi d’uso, e un breve racconto del processo che ha portato alla sua creazione.

Unica garanzia: a fine talk ne avrai pieni i buffer!

La presentazione dura circa mezzora, ma magari dopo diventa una tavola rotonda/laboratorio

A cura di g10hack

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Pranzo

sabato - 13:00 (2h) Stanza *

Pranzo

A cura di la cucina

Autodifesa digitale: parte 2

sabato - 15:00 (2h) Stanza Bistrot

Introduzione al mondo della paranoia: Tails, Tor, HTTPS.

Ci concentreremmo sulla navigazione, con pressapoco questi argomenti i concetti di confidenzialità, integrità

Tor, HTTPS; il TorBrowser

il browser come vettore di infezioni: NoScript, perché serve, in base a cosa regolare lo slider della sicurezza, cosa vuol dire che un sito è fidato suggerimenti pratici per la navigazione sicura, un po’ centrati su Tails ma anche un po’ no.

A cura di dan, lesion, koba, marco calamari

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Presentazione di Le radici dell'hacktivism in italia 1969-1989

sabato - 15:00 (1h30m) Stanza Sala biliardo

Verso il cyberpunk e l’hacktivism: lotte di resistenza e strategie di trasformazione, contro l’imperialismo capitalista delle multinazionali.

Il libro, di circa 600 pagine, realizzato da Tommaso Tozzi, prodotto e distribuito gratuitamente dall’Accademia di Belle Arti di Firenze, è una raccolta di documenti commentati che descrivono le principali radici dell’hacktivism in Italia.

Se le radici dell’hacktivism sono numerose e potrebbero essere fatte risalire a un percorso millenario, che si estende ben prima del 1969 (anno in cui l’attenzione è concentrata sullo sbarco sulla luna) e dopo il 1989 (anno in cui l’attenzione è rivolta alla caduta del muro di Berlino), l’economia della ricerca ha voluto analizzare solo tale periodo, lasciando ad altre fasi di sviluppo della ricerca l’analisi di altri periodi.

Nel seminario saranno illustrate le principali storie e i principali soggetti documentati nel suddetto libro. La proposta che si vuole fare attraverso questa presentazione è quella di avviare un progetto di ricerca collaborativo, che coinvolga i soggetti che hanno partecipato allo sviluppo delle culture dell’hacktivism italiano, per realizzare in modo collettivo un secondo volume che descriva la nascita delle culture del cyberpunk e dell’hacktivism in Italia, a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta fino al 1999 (anno in cui si svolge il G8 a Seattle), attraverso la voce diretta dei protagonisti di tali culture in Italia in quel periodo.

Dopo la presentazione che sarà svolta in occasione dell’hackmeeting fiorentino, il libro sarà diffuso gratuitamente online in versione pdf.”

A cura di ferry, tommaso tozzi

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Spiking neural networks, computazione e Intel

sabato - 15:00 (2h) Stanza Sala concerti

Una SNN è un implementazione in silico di una rete neurale biologica (che invece ha bisogno di sangue, cellule di supporto, neurotrasmettitorii, etc…). A differenza delle ANN, le SNN sono definite in tempo continuo e consistono nell’integrazione di una equazione differenziale, sono più complesse per via del comportamento quasi caotico e della variabilità delle singole unità (i neuroni). La simulazione di questi sistemi su architetture tradizionali è estremamente costosa, tuttavia negli ultimi anni sono state sviluppate tecnologie che implementano queste eqs. differenziali su substrati analogici. Le SNN sono intrinsecamente parallele e sono il modello computazionale del sistema più efficiente conosciuto -il cervello- in termini di capacità di elaborazione/costo energetico, ma soprattutto sono molto promettenti nell’ambito del Machine Learning. Queste prospettive sono molto invitanti e per le industrie dell’IT. Nel talk, 1. I neuroni, le sinapsi, e gli spikes: una boccata di neuroscienze computazionali. 2. Alcuni algoritmi recenti per l’applicazione delle medesime in ML, 3. Substrati analogici per le SNN, alcuni esempi. 4. Perché fanno gola all’industria Hi-Tech?

A cura di cocco

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Vulneralità webbose senza pretese

sabato - 16:30 (1h30m) Stanza Sala biliardo

Vulnerabilità webbose senza pretese: classificazione e esempi

Livello: Base

Argomenti: path trasversal, OS command injection, SQL injection, XSS, CSRF spiegati usando DVWA

A cura di davide, bolo

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Bin/Art, la mostra

sabato - 17:00 (3h) Stanza Bin/Art

Nato per risolvere problemi numerici, il calcolatore elettronico ha fedelmente servito e progressivamente alimentato l’ideologia di una società in cui tutto è quantificabile. Rapporti sociali, economici - si potrebbe dire le nostre stesse vite - vengono misurati da una fitta rete di sensori, digitalizzati, organizzati, analizzati, elaborati da sofisticati software, trasformati in nuovi oggetti numerici che vengono trasferiti, importati e riprocessati in una continua, muta dialettica di ingressi e uscite. Ma fin dall’inizio della nuova era digitale, un impalpabile vento di futilità ha iniziato a serpeggiare tra i circuiti dei primi cervelli elettronici. All’inizio sembrava quasi una cosa innocente, un gioco. Lo stesso Alan Turing, padre dell’informatica teorica e creatore del primo calcolatore digitale elettronico programmabile, si dilettò ad esplorare le potenzialità di questa nuova macchina come strumento musicale. Nel 1951, il suo gigantesco computer emise i primi sgraziati suoni articolati. Poco dopo, e dappertutto, iniziò ad essere esplorata coscientemente la possibilità di inserire e di gestire all’interno della macchina elementi esterni, logiche oblique, quantità imponderabili, algoritmi onirici. In una parola, il caos. Nella sempre più compiuta simbiosi uomo-macchina della modernità, lo spazio interiore dell’uomo è stato colonizzato (anche) dall’algida logica binaria del calcolatore elettronico; al tempo stesso il più umano degli elementi, l’arte, ha invaso lo spazio digitale, mutando costantemente la natura dell’ordinateur. La mostra “bin/art” ripercorre la storia dell’arte digitale, presentando i lavori di alcuni pionieri della “Computer Art” in una retrospettiva che parte dai primissimi esperimenti degli anni ‘60, attraversa la rivoluzione dell’home computing degli anni ‘80, per approdare (quasi) al nostro tempo. Tutte le opere sono a disposizione dei visitatori funzionanti, su sistemi e supporti d’epoca oppure, nei pochi casi in cui questo non è stato possibile, in una loro reinterpretazione attualizzata.

A cura di bin/art

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Gancio, uno strumento di condivisione di eventi radicali

sabato - 17:00 (1h) Stanza Sala concerti

Gancio e’ un progetto dell’underscore hacklab e uno dei servizi del neonato server autogestito cisti.org. Come cisti, nasce da una necessita’ locale. E’ fondamentalmente un calendario condiviso che ogni tanto parla html, ma anche activitypub, ics e rss. Abbiamo preso l’idea da un opuscolo di carta bimestrale in cui vengono pubblicati gli eventi “dei giri di movimento di torino e dintorni” (cartacanta) e ne abbiamo fatto un sito. a quanto pare ha funzionato: https://gancio.cisti.org

Il talk ha principalmente due scopi: - presentare il progetto alle realta’ interessate ad aprire un loro nodo - cercare collaborazioni :)

Inoltre presenteremo in anteprima la nuova versione completamente riscritta \o/

A cura di lesion

MJOY, da Joystick a Midi

sabato - 17:30 (2h) Stanza Bistrot

Storytelling della realizzazione di una interfaccia USB che converte i movimenti di un joystick in messaggi MIDI. dal brainstorming iniziale allo sviluppo di un circuito elettronico e di un firmware, iterando fra progettazione e prototipazione, per concludere con un implant hack. Tutto naturalmente in pura filosofia DIY.

A cura di alek

Tomb ovvero come tenere al sicuro gli scheletri nell'armadio

sabato - 18:00 (1h30m) Stanza Sala biliardo

Tomb e’ un piccolo software che gira su sistemi GNU/Linux e serve a crittografare dati, cioe’ a tenere dei file al sicuro e lontano da intrusi anche in caso di furto o sequestro di computer o supporti hard-disk.

Il software e’ stato scritto da gente dell’hackmeeting sin dal 2007 ed ad oggi e’ tra i piu’ usati in ambiente GNU/Linux ed e’ utilizzato da svariati attivisti anche in situazioni a rischio; e’ stato analizzato da esperti ed e’ ritenuto una delle opzioni piu’ affidabili data la sua semplicita’ e mantenibilita’ nel tempo.

Il principio di Tomb e’ quello di mantenere le chiavi di un archivio dati separate dai dati stessi e protette da una password, cosa che facilita’ la segretezza di dati anche in caso di perdita di uno dei componenti (la chiave, la password o i dati crittati) dato che tutti e tre i componenti sono sempre necessari all’accesso.

Il talk sara’ un’aggiornamento rispetto a quello gia’ dato nell’hackmeeting 2011 sempre a Firenze: illustrera’ l’uso di base, usi avanzati come la steganografia di chiavi, gli avanzamenti recenti, i casi di adozione piu’ notevoli e nuove feature appena completate incluso il supporto per il nuovo protocollo Sphinx di recente rilascio. Per l’occasione sara’ rilasciata una nuova versione di Tomb e nella notte verra’ organizzato un capanno segretissimo di celebrazione iniziatica con tanto di pipistrelli

A cura di jaromil

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Maaa-sto-don? Confronto tecnico

sabato - 18:00 (2h) Stanza Sala concerti

mastodon chiacchierata e confronto tecnico tra le realta’ italiane installazione, configurazione, hosting, paranoia, privacy policy sviluppo, gestione log, diversitá, merdoni, situazione attuale

A cura di varie

Cena

sabato - 20:00 (2h) Stanza *

Cena

A cura di la cucina

Bin/Art, la mostra

sabato - 22:00 (2h) Stanza Bin/Art

Nato per risolvere problemi numerici, il calcolatore elettronico ha fedelmente servito e progressivamente alimentato l’ideologia di una società in cui tutto è quantificabile. Rapporti sociali, economici - si potrebbe dire le nostre stesse vite - vengono misurati da una fitta rete di sensori, digitalizzati, organizzati, analizzati, elaborati da sofisticati software, trasformati in nuovi oggetti numerici che vengono trasferiti, importati e riprocessati in una continua, muta dialettica di ingressi e uscite. Ma fin dall’inizio della nuova era digitale, un impalpabile vento di futilità ha iniziato a serpeggiare tra i circuiti dei primi cervelli elettronici. All’inizio sembrava quasi una cosa innocente, un gioco. Lo stesso Alan Turing, padre dell’informatica teorica e creatore del primo calcolatore digitale elettronico programmabile, si dilettò ad esplorare le potenzialità di questa nuova macchina come strumento musicale. Nel 1951, il suo gigantesco computer emise i primi sgraziati suoni articolati. Poco dopo, e dappertutto, iniziò ad essere esplorata coscientemente la possibilità di inserire e di gestire all’interno della macchina elementi esterni, logiche oblique, quantità imponderabili, algoritmi onirici. In una parola, il caos. Nella sempre più compiuta simbiosi uomo-macchina della modernità, lo spazio interiore dell’uomo è stato colonizzato (anche) dall’algida logica binaria del calcolatore elettronico; al tempo stesso il più umano degli elementi, l’arte, ha invaso lo spazio digitale, mutando costantemente la natura dell’ordinateur. La mostra “bin/art” ripercorre la storia dell’arte digitale, presentando i lavori di alcuni pionieri della “Computer Art” in una retrospettiva che parte dai primissimi esperimenti degli anni ‘60, attraversa la rivoluzione dell’home computing degli anni ‘80, per approdare (quasi) al nostro tempo. Tutte le opere sono a disposizione dei visitatori funzionanti, su sistemi e supporti d’epoca oppure, nei pochi casi in cui questo non è stato possibile, in una loro reinterpretazione attualizzata.

A cura di bin/art

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Da dove viene quello che mangiamo: la filiera alimentare 4 dummies

sabato - 22:00 (1h30m) Stanza Bistrot

Un viaggio approfondito per capire come funziona la filiera alimentare, ovvero un’operazione di ingegneria inversa applicata al cibo, per districarsi nel mondo delle certificazioni, delle etichette, delle aziende, della produzione industriale e non. Un’oretta o poco piu’ dedicata a capire come funziona un pezzo non indifferente del mondo in cui viviamo.

A cura di mondeggi fattoria senza padroni

Hostare wordpress, accordi tecnosociali consensuali

sabato - 22:00 (1h) Stanza Sala biliardo

I server autogestiti sono una realtà, come l’hosting di Wordpress e la storica indolenza di chi pubblica i contenuti rispetto ad aggiornarlo. Insieme ci va la fiducia di chi legge e che si aspetta che il server non collezioni log e la quasi inesistente relazione che c’è con la comunità WP e con chi pubblica temi e plugin, spesso non soddisfacenti per i nostri livelli di privacy e sicurezza.

In questa storia i personaggi in gioco sono:

  1. chi legge i blog;
  2. chi pubblica il contenuto del blog;
  3. chi hosta i blog/l’organizzazione del server;
  4. chi scrive il codice (wp-core, plugin e themi)

Se vi riconosce in uno dei 4, accorrete a dare la vostra opinione! L’obiettivo finale è pubblicare delle “Linee guida per temi e plugin in hosting che hanno cura della privacy degli utenti”. Così da condividere il problema tra sysadmin e testare la comprensione e volontà dei developers.

A cura di ignifugo, samba

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Reversing: la soluzione allo sfortunato ctf del 2016

sabato - 22:00 (2h) Stanza Sala concerti

si tratta di questo: visto che non se lo cagò nessuno, e a me ancora rode perché ci lavorai tantissimo, volevo mostrare passo per passo come risolvere il mio challenge allo sfortunato ctf di due anni fa. c’è dentro un po’ di tutto: leggere un disassemblato, leggere un CFG, patchare un binario, reversare un algoritmo, pure un pochino di crittanalisi. penso che toglierebbe un po’ dell’ansia da “foglio bianco”, spiegando come non perdersi nell’oceano di codice che c’è anche nell’eseguibile più semplice

A cura di hackbunny

Assemblea di chiusura

domenica - 11:00 (2h) Stanza Sala concerti

Bilancio di hackit 2019