HACK

HACKMEETING 2003


Da oggi a domenica 22 a El Barrio

20 giugno 2003 di Monica Perosino

TORINO. Dopo Firenze, Milano, Roma, Catania e Bologna è Torino ad ospitare l'Hackmeeting 2003, l'incontro delle comunità e delle controculture digitali italiane più atteso dell'anno.

Oltre duemila hacker sono arrivati per la manifestazione, che si tiene da oggi a domenica 22 a El Barrio, in strada Cuorgnè 81: una tre giorni di seminari, giochi, feste, dibattiti, scambi di idee e, soprattutto, di apprendimento collettivo delle nuove tecnologie e del loro utilizzo. A Torino, nelle sessioni di lavoro aperte a tutti - ventiquattro ore su ventiquattro - si sono dati appuntamento, dunque, i famigerati hacker, descritti a più riprese dalla stampa e dagli organi di informazione come pirati informatici, sabotatori, criminali e perfino terroristi della rete.

«E' la solita confusione che si fa tra hacker e cracker - spiegano gli "acari" torinesi -: i cracker sono quelli che bucano i siti, che attaccano la rete per fini diversi: dal puro divertimento alla mera dimostrazione di potenza, ma anche per guadagno e speculazione. L'etica hacker è tutta un'altra cosa: noi vogliamo padroneggiare la tecnologia e promuovere la libera circolazione della conoscenza, combattendo il potere delle multinazionali e il consumismo informatico monopolistico». Etica del progresso e democrazia, dunque. Ma allora da dove viene la fama da pirati? «Al potere fa comodo identificarci come pirati informatici : chi non si conforma o dissente è mostrato come un pericolo e quindi da isolare e emarginare».

Difesa della libertà, negazione della censura e della manipolazione, informazione dal basso e rifiuto dell'omologazione: sono queste le parole che si sentono più frequentemente negli hacklab italiani, veri e propri laboratori in cui gli hacker insegnano gratuitamente a studenti, pensionati, professionisti e casalinghe a destreggiarsi tra hard disk, schede madre, tastiere e software.

La conoscenza della tecnologia e la sua diffusione è il motore che li spinge a vedere, innanzitutto, «come funziona»: «l'hacking è un'attitudine, non esclusivamente informatica, una spinta a rapportarsi in maniera attiva e cooperativa alla conoscenza, in tutte le sue forme: vuol dire, insomma, sapere "come si fa" e poi condividerlo con gli altri». Cuore del meeting torinese sarà il "lan space", spazio dove ognuno può portare il proprio computer e collegarsi in rete con gli altri, sperimentando, giocando e condividendo gratuitamente i propri materiali. Si parlerà di economie e lavoro nella rete che incoraggiano l'utilizzo di tecnologie e software liberi e non commerciali, come il sistema operativo GNU/Linux, di diritti digitali, privacy e nuove leggi sul diritto d'autore e, per chi non hai mai messo le mani su una tastiera, sono in programma seminari e incontri che partono dalla telematica di base.

Nessun biglietto di ingresso per l'Hackmeeting, solo una sottoiscrizione facoltativa che servirà a coprire le spese di organizzazione. Il programma completo delle lezioni e dei seminari è on line su www.hackmeeting.org.

hackmeeting@kyuzz.org