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KAOSGAME - IL VIDEOGIOCO PIU' INCASINATO DELLA REALTA'

"Nuova schermata di un videogioco appena pubblicato, gremosella e tutta da scoprire; ho fatto la fila tre ore con la sola idea dell'emozionante viaggio che mi aspetta... Ma quando arrivero' all'ultimo livello di Tomb Raider, quando la più veloce auto di Granturismo o di Wipe Out non avra' più gas per starmi dietro e il mio box sara' infarcito di auto, quando avro' sperimentato tutte le strategie possibili, siamo proprio sicuri che dovro' aspettare la prossima nuova versione?" Quante volte abbiamo pensato o solo fantasticato a elaborazioni, a modifiche, a ottimizzazioni del nostro game preferito, quante volte abbiamo sognato di disegnare nuovi sfondi, creare nuovi personaggi, nuove storie, o addirittura di scrivere complicate sequenze di numeri e lettere per entrare nell'anima del programma?
Quanti di noi hanno iniziato a comprendere le funzioni del computer grazie a un videogioco? Quanti accaniti giocatori sono poi diventati abili programmatori o videografici professionisti? Domande a cui e' ormai persino superfluo rispondere, e lo sanno bene tutti gli esperti del settore informatico che ricercano affannosamente nuovi collaboratori tra gli smanettoni più implacabili. Noi ci siamo chiesti se i processi di apprendimento debbano a tutti costi attraversare le rigide categorie delle noiose nozioni accademiche.
No, non la pensiamo in questo modo, e siamo convinti che l'aspetto ludico di ogni videogioco possa diventare momento importante di crescita personale e professionale.
Ma non all'interno di un fobico rapporto unoauno, uomo/computer, in cui i meccanismi di approfondimento si infrangono su un invalicabile muro saturo di dati indecifrabili. In questo caso non rimane che incontrare dei simili e con loro scambiare le informazioni, le scoperte, i problemi, in breve socializzare i saperi.

Siamo un gruppo di smanettoni appassionati di tecnologia da videogame; abbiamo cominciato organizzando iniziative e meeting tra i piu' fanatici giocatori di tutte le eta' e provenienze, circa quattro anni fa. I nostri contest sono chiamati KAOSGAME: ognuno porta i propri computer TV playstation, mettendo a disposizione una marea di tecnologia in rete e consolle per le piu' fantasiose e interessanti performance. Cosi', veri e propri momenti di scambio di info e software si miscelano con "prove sul campo". Installazioni autocostruite fanno da scenografia all'avventura del videogioco, riproducendone panorami e ambienti che sommergono chi smanetta con il joypad. Telecamere, quick cam e grandi schermi riprendono il tutto, rimodellano il luogo facendolo diventare una sorta di grande set televisivo, dove i protagonisti sono gli stessi giocatori colti nelle più orribili e spassose espressioni mixate da un'abile regia video.
E in mezzo al popolo dei videogame c'e' spazio anche per i cuccioli del joypad e per gli esperti e gli studiosi del settore, i programmatori, i redattori di riviste, gli scrittori e i curatori di libri.
Da Hackers di S. Levy (ShaKe), una citazione che unisce lo spirito dei giocatori più sperimentali all'etica hacker:

Amo passare il tempo col computer. E' piacevole scrivere programmi, giocarci e costruire nuovi pezzi. E' affascinante cercare di immaginare in quale parte del programma il computer si trovi dal modo in cui le luci lampeggiano, o dal ronzio del disco.
Non è necessario comprare questo pacchetto software o quel circuito integrato; ne posso progettare uno migliore.
Mai perdere un meeting del club. E' li' che accade tutto. Le novita' piu' succulente, trovare del free software, come risolvere il problema che mi ha messo in crisi da due settimane...e' la realta'.

E noi aggiungiamo:
Un kaos o meglio, un Kaosgame, il videogioco piu' incasinato della realta'!

[maox@netspace.it; cyberone@unopuntozero.com]



Dal sito del G3:

Un videogame è una creazione artistica come un bel film o un buon fumetto, e' una rappresentazione del contesto culturale in cui è nato ma in cui non deve morire.
Un gioco, in senso lato, è una simulazione astratta a cui l'uomo ha fatto sempre ricorso per evadere dalla realtà e per dare libero sfogo alla sua fantasia; era inevitabile che quando avesse ideato un calcolatore capace di simulare ciò che si era sempre immaginato, lo avrebbe utilizzato per dare una qualche rappresentazione visiva delle sue fantasie.
Così nacquero i videogame ma, come ogni espressione umana nata negli ultimi decenni, sono stati sfruttati per creare capitale e privati di dignità culturale.
Noi ciò non lo sopportiamo, non possiamo tollerare una tale mancanza di rispetto verso l'ingegno e la creatività umana. Quindi cio' che deve essere fatto e' rendere liberi tali "programmi" dalle logiche di mercato e la via più chiara e' quella dell'open source e del free software.
Per chi non lo avesse capito, questo gruppo nasce con l'intento di creare e aiutare lo sviluppo di giochi che non siano solo dei prodotti commerciali.

Perche' un progetto open source
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Prima dell'avvento di Linux, sembrava che l'unico modo di costruire i programmi di maggiore complessita' (quali i sistemi operativi) fosse quello di avere un sistema fortemente centralizzato in cui un piccolo gruppo lavorasse in totale isolamento sino al raggiungimento del prodotto finito. Lo stile di sviluppo di Linus Torvald (sintetizzato da E.S. Raymond nella frase "release early and often, delegate everything you can, be open to the point of promiscuity") ha reso evidente l'esistenza di un modello alternativo, un sistema totalmente distribuito basato su una comunita' aperta in cui tutte le informazioni girano liberamente e in cui non vi e' nessun controllore ma solo dei coordinatori.
Purtroppo, il mondo dei videogiochi e' invece ancora ancorato al primo modello di sviluppo. Se poi si considera che l'industria dei videogiochi e' una delle piu' fiorenti fra tutti i settori dell'informatica, tanto che la produzione di CD di intrattenimento ha superato quella di CD musicali, ne segue che il campo dei videogiochi non solo non e' da sottovalutare, ma anzi va scelto come terreno su cui combattere la logica del software puramente commerciale.
Il primo ad esprimere chiaramente le insidie della logica di mercato applicata al software fu Stallman che nel suo GNU Manifesto scrisse: "Penso che la regola d'oro richieda che, se a me piace un programma, io debba condividerlo con le altre persone a cui piace. I venditori di software vogliono dividere gli utenti e appropiarsene, costringendo l'utente all'accordo di non condividere con gli altri. Mi rifiuto di rompere in questo modo la solidarieta' con gli utenti". Queste parole sintetizzano bene l'impulso che spinge molti programmatori a scrivere del codice che sia liberamente ditribuibile e manipolabile da chiunque lo voglia fare; un tale impulso non dovrebbe risparmiare il mondo dei videogiochi. Infatti credo che chiunque giocando a un certo videogioco si dica "Ecco questa cosa poteva essere fatta in modo diverso" oppure "Qui si poteva aggiungere quest'altra cosa"; tutti abbiamo sognato di poter modificare i videogiochi a nostro piacimento, ma l'industria dei videogiochi ci dice che questo non e' possibile. Tutto cio' non e' solo frustrante ma anche pericoloso dato che molti giocatori, soprattutto fra i piu' giovani, iniziano a subire passivamente i videogiochi e giocano nello stesso modo in cui guardano la televisione; seguendo questa tendenza i videogiochi potrebbero diventare in un prossimo futuro un altro strumento del sistema per diffondere informazione in maniera verticale.

I vantaggi di un progetto open source
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I programmatori che lavorano nella tradizione del free software hanno costruito Internet. La Rete, a turno, incoraggia e facilita la collaborazione su progetti sempre piu' complessi. E' un circolo virtuoso che non mostra alcun segno di debolezza; al contrario questo processo sta acquistando velocita', stimolato sia dai benefici pratici del sistema, che da un crescente consapevolezza culturale del fatto che la condivisione delle informazioni funziona, e funziona bene.
Vi sono diversi esempi di progetti realizzati seguendo il paradigma open source. Tali progetti non solo avrebbero dato risultati peggiori se fosse stato usato il paradigma 'classico' (cioe' quello del copyright e della non condivisone delle informazioni), ma probabilmente non avrebbero ottenuto alcun risultato. Fra questi e' possibile citare, ovviamente, Linux oppure, tornando al campo dei videogiochi, il progetto MAME (Multiple Arcade Emulation Machine).

Quindi perche' non intraprendere una nuova impresa?

[lableo@ecn.org; echomrg@hotmail.com]